Krampus: il demone di Natale, dalla leggenda al film

Uscirà il 3 dicembre, giusto alla vigilia della festa di San Nicolò, il film dedicato ai Krampus. Eppure a guardare dal trailer e a leggere i commenti lasciati dai follower sulla pagina Facebook sembra che la commedia horror natalizia diretta da Michael Dougherty abbia poco della magia e del fascino racchiuso nella secolare tradizione di origine celtica che ogni anno si rinnova il 5 dicembre a Tarvisio e in altre zone dell’arco alpino di lingua e tradizione tedesca. Krampus – Natale non è sempre Natale è un vero e proprio horror sul Natale con creature animatroniche, giocattoli che prendono vita e attaccano gli adulti. Invece, la tradizione ha una sua dolcezza, nonostante l’aspetto terribile dei diavoli.

 «Quando il sole scompare dietro alle cime dei monti e le tenebre avvolgono la vallata, dai boschi escono i Krampus che raggiungono la loro guida: San Nicolò…». Il male e il bene: uno accanto all’altro. Osservando questi diavoli che vivono nel bosco, dai volti terrificanti con lunghe corna colorate sulla testa, i corpi ricoperti da pelli e pellicce di animali, ruvide e ispide, forse verrebbe da pensare che non c’è proprio nulla di magico in questi esseri usciti dagli inferi. Invece, se si ascolta attentamente la storia della tradizione, al di là del richiamo che si può fare per attirare folle di curiosi e di turisti, alla fine si sorride perché rievoca la magia del Natale e l’attesa innocente dei più piccoli per l’arrivo di San Nicolò.

È una ricorrenza attraverso la quale si rievoca il bene, rappresentano appunto da San Niccolò, che vince sul male, i Krampus. Una tradizione per rivivere il fremito dell’attesa dell’arrivo del santo dalla lunga barba bianca. Nei giorni precedenti in tutta la città si respira un’aria di festa.  «L’aspetto dell’attesa è molto importante in tutte le ricorrenze del solstizio d’inverno; si collega con le paure degli antichi per l’arrivo della stagione fredda, del buio e delle tenebre», si legge nel sito Krampus.it. Alcuni fanno derivare la parola Krampus dall’antico termine dell’area tedesca kramp (artiglio). Queste paurose figure sono i residui di antiche cerimonie durante le quali le comunità di agricoltori e allevatori di montagna materializzavano gli spiriti e i demoni silvestri iniziando i giovani al mondo adulto, e traendo auspici sulla fertilità della stagione e dei suoi cicli naturali».

Infatti, oltre all’aspetto scenografico e pubblico che tutti conoscono, c’è una parte forse meno raccontata ed è proprio questa che sa di magia. Immaginate un paese di montagna, un’atmosfera incantata, la neve e il chiarore delle prime luci dell’imbrunire che si riflettono sul suo candore, i tetti aguzzi delle case. Puntuali, alle cinque del pomeriggio, i Krampus escono dal bosco di Tarvisio: vivono in un luogo segreto, per fuggire agli occhi della gente e vivere la loro vita lontano dalla modernità. Inizia una parata scenografica lungo le vie della città che provoca un grande baccano tra campanacci, fruste di fascine, grida e grugni. I demoni camminano facendosi luce con torce di fuoco e fiaccole sulle note di Una notte sul Monte Calvo di Mussorgsky. Un gruppo di questi esseri terrificanti, capitanati dal “Krampus bianco”, il più autorevole, si reca innanzi alla chiesa di Tarvisio per accogliere San Niccolò dall’uscita. Nella piazza cala un silenzio irreale. Le grida e il baccano generato dai Krampus pochi minuti prima, all’improvviso si chetano. È il momento più solenne di questo rito ricco di un significato religioso e pagano assieme.

Quando il santo dalla lunga barba bianca e dal mantello rosso esce dall’ingresso della basilica, tutti i Krampus s’inginocchiano davanti a San Nicolò, che sale sulla carrozza camminando sulla schiena dei malefici esseri che si sono chinati al suo cospetto: la metafora del bene che vince sul male. Da qui inizia il viaggio del santo il quale, accompagnato da un folto gruppo di Krampus, si reca nelle abitazioni dei bambini di Tarvisio per dispensare doni, oppure punizioni ai bambini cattivi. «Qui – spiegano gli abitanti – San Nicolò è atteso dai più piccoli ancora più di Babbo Natale.  Si reca in ogni casa e, con l’aiuto di un “libro magico”, sa quali bambini vanno premiati per essere stati bravi e quali, invece, punire». Casa per casa, famiglia per famiglia, le figure rappresentanti il bene e il male attraversano tutta la città, mentre nella piazza e nelle vie del centro una nuvola scenografica di ottanta esseri dalle fattezze mostruose minaccia e terrorizza i curiosi, mentre i bambini si nascondono dietro alle gambe dei loro genitori. Forse proprio perché sanno di non essere stati bravi ed obbedienti.

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