Per una conoscenza più approfondita, invece, la città conduce l’ospite con gentilezza e gradualità all’interno dell’affascinante, contraddittorio e labirintico mondo coreano, di cui Seoul è assieme motore e prodotto, sintesi e amplificatore. In questo senso non c’è un limite alla permanenza in una città che trova sempre il modo per stupire e che, a qualunque ora del giorno e della notte, offre sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Qui c’è tutto e il contrario di tutto. Le follie del consumismo si mischiano alla morigeratezza di un confucianesimo dedito al lavoro e al culto della tradizione. Le classiche dicotomie “tradizionale e moderno”, “orientale e occidentale”, “religioso e laico”, ancora resistono ma, più spesso, si mischiano tra loro, creando nuovi composti, strane alchimie, inimmaginabili sincretismi.
Soprattutto per chi a Seul si ferma tempo, indispensabile una guida alle attrazioni ed esperienze da non perdere assolutamente. Noi ne abbiamo scelte 12.
SEOUL DALL’ALTO
Per una panoramica della città non c’è posto migliore della Seoul Tower che svetta, sulla cima del monte Namsan, a 480 metri sul livello del mare (la sola torre è alta 237 metri). Luogo sacro del romanticismo, accoglie ogni anno milioni di pellegrini da tutta l’Asia, che accorrono per vedere di persona il set di alcune delle scene della serie TV più famosa del continente, “My love from the Star”. Nella terrazza sotto la torre ci si dichiara alla propria innamorata, si serrano i lucchetti dell’amore e si scatta l’immancabile foto ricordo. Il top è andarci di sera, anche per cenare nel ristorante panoramico, con la torre completamente illuminata e le luci della città che si stendono sterminate oltre l’orizzonte.
UNA MASCHERA DI BELLEZZA A MYEONG-DONG
Milioni di donne coreane dedicano quasi un’ora al giorno per avere una pelle di seta, chiara e senza imperfezioni. Myeong-dong, movimentato quartiere dello shopping, è la Mecca della cosmesi: qui decine di shop di maschere di bellezza, uno in fila all’altro, si mischiano alle bancarelle dello street food e alle vetrine dei grandi brand internazionali, da Uniqlo a Zara. Intanto la musica rimbomba fuori dai negozi e il popolo dello shopping si mescola con commesse buttadentro e morbidi peluche a dimensione umana che inneggiano a sconti, regalano campioni di prodotto o pubblicizzano l’ultimo dog cafè aperto nella zona. Meglio andarci nel tardo pomeriggio: più persone, più confusione, più divertimento.
LA CITTÀ DEL DESIGN
Già prima del 2010, quando Seoul fu nominata Capitale Mondiale del Design, la megalopoli coreana è diventata uno dei punti di riferimento mondiali delle nuove tendenze architettoniche e artistiche del continente. L’intero arredo urbano di Seoul è punteggiato da grattacieli, opere e aree progettate da architetti di fama internazionale. Ultima in ordine di tempo è la Dongdaemun Design Plaza, dalla forma atipica e l’inconfondibile tratto di Zaha Hadid. Al suo interno sale per conferenze, mostre, esibizioni, un museo del design, caffè, ristoranti e negozi aperti 24 ore.
SHOPPING NOTTURNO A DONGDAEMUN
Proprio di fronte all’opera dell’archistar anglo-irachena sorge il distretto commerciale che non chiude mai: il più grande della Corea, dove ogni notte fino alle 5 di mattina c’è qualcosa di aperto. Enormi shopping mall che si sviluppano all’interno di fiammanti grattacieli, con centinaia di piccoli negozi in cui comprare di tutto, dai vestiti alle scarpe, dalle borse all’elettronica. I più famosi? Da Il Migliore a Maxtyle, da Lotte al mall della Hyunday.
NAMDAEMUN MARKET
Bisogna perdersi all’interno di questo enorme labirinto di bancarelle, il più grande mercato di Corea, nel quale si trova veramente di tutto, dai negozietti che vendono ginseng coreano, quello rosso, una delle versioni più salutari della celebre pianta officinale, alle bancarelle quelli dove trovare piattini, ciotole, vassoi in ottone e le tipiche bacchette d’acciaio coreane, fino alle decine e decine di stand dello street food. Alcune sezioni del mercato sono aperte tutta la notte. Posto indimenticabile soprattutto per l’atmosfera che ci si respira.
ARTE CONTEMPORANEA: FUORI E DENTRO I MUSEI
La scena dell’arte nella città coreana è tutta un fermento di idee, nuove visioni e sperimentazioni. Per farsi un’idea della vitalità creativa basta una visita al MMCA Museo d’arte moderna e contemporanea di Gwancheon, poco fuori città, con le sue 6500 opere esposte, tra cui The More the Better, una torre di quasi 20 metri e 1003 monitor che proiettano un flusso video psichedelico e ininterrotto. Da non perdere anche il giro dei murales, sparsi per la città: dal Mullae Art Village agli stretti vicoli di Hongdae.
IL KOREAN POP
Gambe lunghissime, visi perfetti, movenze sensuali: sono le Girl Generation, 8 angeli di porcellana che spopolano in ogni parte del globo arrivando a vincere, nel 2013, uno YouTube Music Awards per il video di “I got a boy”. Una sorta di sequel della grande impresa del rapper Psy, che nel 2012 faceva ballare il mondo con il suo Gangnam Style. Sono loro i simboli più visibili della seconda onda coreana, la Hallyu 2.0, che dal 2007 riempie il web e i club di tutto il mondo con la musica degli idoli pop di Seoul e dintorni. Un’onda ben visibile proprio a Gangnam, il quartiere più chic di Seoul, al cui interno sono organizzati veri e propri tour alla scoperta del pop coreano, il K-Pop, percorrendo la Apgujeong rodeo street, in puro stile Beverly Hills, visitando le maggiori major cinematografiche del Paese, oppure perdendosi nel fitto groviglio dei neon, dopo il tramonto, per finire a ballare deep house in uno dei club più stilosi della città, come l’Octagon, al 6° posto nella top100 2015 stilata da DJMAG.
LA NIGHTLIFE ALTERNATIVA
Se Gangnam è la meta dei clubber e dei fan del k-pop, l’altra faccia della nightlife cittadina è rappresentata dall’atmosfera un po’ bohemien di Hongdae. Il quartiere universitario con locali hipster, parchi giochi occupati (come il Norito dove si beve e si balla fino a tarda notte), bar per trangugiare il soju, bevanda nazionale, magari mischiato alla birra Craft, e club dove ascoltare dal reggae al jazz, dal rap all’elettronica.
CHEONGGYECHEON STREAM, IL NAVIGLIO DI SEOUL
Un piccolo fiume riscoperto e rinnovato nel 2003 che attraversa il cuore delle città. Seguendo il suo corso, dalla Cheonggye Plaza, famosa per la coloratissima Spring Tower, i giochi d’acqua delle fontane e le cascate illuminate sul fiume, si incontra il Banchado di Re Jeongjo, dipinto murale su ceramica dalle dimensioni eccezionali, e poi si passa per il Gwangjang Market, 200 bancarelle di street food coreano. Il tutto costeggiando alcuni fra i quartieri più trendy di Seoul, da Myeong-dong a Insa-dong fino a Dongdaemun.
RIFUGIARSI NELLE SALE DA TÈ
Non è difficile trovare del buon caffè in Corea. Con quasi 300 punti vendita, Starbucks, l’azienda simbolo del caffè globale, rende Seoul prima al mondo per numero di caffetterie dello storico marchio americano. Eppure la tradizione coreana delle sale da tè resiste anche alle spallate delle grandi multinazionali. Nel piccolo e affollatissimo quartiere di Insa-dong, tra gallerie artigiane e negozi di souvenir, se ne trovano d’interessanti. Tra queste la Sin Yetchatjip, una delle più antiche sale da tè della città, all’interno di un hanok, la casa tradizionale coreana, in fondo a un vicoletto nascosto alla confusione della via principale (33-1, Insadong-gil, Jongno-gu, Seoul). Un’oasi magica per trovare un po’ di pace e fuggire dalla confusione del quartiere, gustando una delle diverse varietà di tè presenti nel menù.
BUKCHON, L’ULTIMO VILLAGGIO TRADIZIONALE
Per vedere con i propri occhi uno spaccato architettonico della Corea tradizionale, con i suoi 900 hanok, il Bukchon Hanok Village non è lontano dalla brulicante Insa-dong, tra i palazzi Gyeongbokgung e Changdeokgung. Luogo perfetto per vedere botteghe artigiane, sperimentare l’arte della lavorazione della ceramica o imparare a dipingere alla maniera tradizionale. Per esempio al Gaheo Minwha Museum dove la signora Yoon condurrà il curioso nei meandri delle antiche tecniche pittoriche. Di giorno il villaggio è molto frequentato ma al mattino presto e la sera diventa un’isola di quiete.
I GIARDINI SEGRETI DEL CHANGDEOKGUNG PALACE
Nonostante Seoul sia ormai una città iper-moderna, il suo territorio nasconde ancora un’incredibile quantità di tesori. Uno di questi è un lascito della dinastia Choson, il cui regno durò dal 1392 al 1910. Stiamo parlando di uno dei cinque palazzi reali di Seoul, il Changdokgung, Patrimonio Unesco, che nasconde un incredibile Huwon (il giardino di dietro), il cui accesso era riservato esclusivamente alla famiglia reale. Perdersi in questi splendidi e armonici giardini per qualche ora, tra le centinaia di specie d’alberi secolari e piccoli laghetti, magari allontanandosi un attimo dalla litania ripetitiva della guida (obbligatorio essere accompagnati per accedere al sito) e dai turisti ossessionati dalle fotografie, può regalare dei momenti d’impareggiabile serenità e di pace interiore.
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